Social generation workers

BeSocial2, 25 giovani europei e il mercato del lavoro
25 Giugno 2014 - 09:45
Ad Abiano, sede della Comunità CISV

Crisi economica e social media: questi gli ingredienti della rivoluzione del mercato del lavoro che stiamo vivendo, tanto che Gary Hamel, studioso di management dell’innovazione, ritiene che non sia folle “chiedersi se il Ceo della propria  azienda non sia il prossimo Mubarak”, riferendosi alla caduta del presidente egiziano durante i mesi della primavera araba. Da questa metafora ha preso le mosse il workshop e scambio internazionale BeSocial 2,  organizzato dall'Ong CISV nell'ambito del Programma Youth in Action, per imparare a usare i social media nel trovare lavoro e promuovere la propria attività associativa.

I 25 giovani, ospitati nel castello vescovile di Albiano d’Ivrea, una delle sedi delle comunità dell’Ong torinese, sono stati selezionati in base alla loro appartenenza ad associazioni giovanili. Due i percorsi: da una parte la costruzione di un’identità digitale personale, con esercizi per scoprire le proprie competenze e farle conoscere agli altri attraverso le nostre attività online; dall’altra, la realizzazione di una strategia per coinvolgere volontari e comunità locali nel lavoro della propria associazione attraverso i social media.

 A metà laboratorio i ragazzi hanno anche sperimentato un’attività di citizenjournalism a Torino, alla scoperta di tre realtà cittadine che hanno saputo unire innovazione e creatività per “inventare” nuovi modi di progettare, studiare e usare il web per lavorare. Come il laboratorio di ricerca e produzione Eggers 2.0, dove cartoonist, film maker, designer e altri professionisti lavorano insieme a imprese che operano da anni nel campo della comunicazione. Merita una visita il loro canale YouTube. O come la Scuola Holden, dove gli studenti affrontano materie come storytelling crossmediale. E infine Toolbox, spazio di coworking, nato dalle ceneri di una fabbrica in disuso, dove chi vi lavora ha imparato che oltre alla condivisione di una scrivania quello che conta sono le relazioni tra i coworker. Ma questo ce lo insegnano i social media: “social comes first”, anche nella ricerca di un lavoro.

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