Ripartire a Sud Est

Alla stazione di Otranto: un bando, un appartamento, semi di nuova economia
21 Luglio 2016 - 10:15

 

La tragedia, lo scontro dei treni tra Andria e Corato, 23 morti e 50 feriti, che mette sotto i riflettori i mali della Puglia, che riaccende l’attenzione non solo su Ferrotramviaria, ma sull’intera rete dei trasporti e sulle società che lo gestiscono. La quotidianità difficile dei pendolari (in Puglia come in altre regioni) alle prese con aziende che non riescono a far quadrare prezzi accettabili e costi di trasporto, ma si permettono centinaia di milioni in consulenze ed emolumenti d’oro agli amministratori. Ma, poi, a volte c'è anche qualcosa che fa piacere raccontare: una piccola stazione gloriosa, attiva dal 1872, dove trova casa una buona iniziativa. Segno di un modo diverso di fare economia, cultura, turismo?

 

Otranto. Città di mare, perla dell'Adriatico, porta d'Oriente, capoluogo di commerci e di scambi, a lungo considerata capitale del Salento e della Puglia. Presa d'assalto d'estate da piedi in infradito, si cheta in inverno quando il turismo di massa va in letargo. Lungo i binari che l'attraversano, risalendo una via ferroviaria popolata in passato da commercianti di patate e tabacco, ci si imbatte nella stazione dei treni, un imponente fabbricato inaugurato nel lontano 1872 e oggi capolinea della linea Lecce-Otranto gestita dalle Ferrovie del Sud Est (società che amministra i 474 km di linee ferroviarie che collegano fra loro Bari, Taranto e Lecce). Qui, nell'appartamento al secondo piano recentemente risanato, giovani mani e menti hanno fatto nascere Stazione a Sud Est: un progetto turistico e culturale che fa della mobilità sostenibile la sua chiave di sol, in una regione in cui scarseggiano le infrastrutture e spostarsi coi mezzi pubblici non è affatto scontato.

 

Il recupero dell'immobile

"L'appartamento ci è stato dato in gestione nell'aprile dello scorso anno" - spiega Katia Manca, project manager e ideatrice di Oikos Sostenibile, la prima associazione in Puglia a promuovere con azioni concrete i concetti di mobilità lenta e sostenibilità. Con Stazione a Sud Est Oikos ha vinto Mente Locale, bando regionale rivolto alle associazioni del territorio per il recupero e il riuso di 11 ex caselli e stazioni ferroviarie abbandonate (qui l'elenco di tutti i beni). Per la sua natura rigenerativa e innovativa, il progetto è inoltre entrato nella rete dei Laboratori Urbani - Mettici le Mani, la strategia regionale per riattivare, potenziare e mettere in rete gli spazi giovanili nati all’interno di edifici pubblici abbandonati.

 

"Abbiamo ricevuto 10 mila euro per avviare il progetto; il resto delle risorse, umane ed economiche, le hanno messe i soci, i volontari e gli amici di Oikos - racconta Katia - L'appartamento era abbandonato da 40 anni: è servito un grande lavoro di squadra per ristrutturarlo e riarredarlo completamente, con vecchi mobili recuperati e restaurati grazie all'aiuto di artisti e designer". Un'operazione impegnativa che ha permesso di non alterare la natura dell’immobile, restituito e aperto al pubblico lo scorso agosto.

 

Grazie a Stazione a Sud Est la stazione ferroviaria di Otranto non è più solo un luogo di passaggio, ma è diventata un vero e proprio punto di riferimento per il turismo locale; allo stesso modo, nelle intenzioni dei suoi fondatori, rappresenta l'occasione per ripensare i concetti di viaggio, mobilità, ospitalità e partecipazione all'insegna della ri-scoperta di arte e cultura della tradizione salentina.

 

Casa su rotaie, fucina di idee, laboratorio turistico

"L'appartamento è un luogo aperto al pubblico, un laboratorio, uno spazio associativo - lo descrive Katia – Una 'casa su rotaie' che offre ospitalità a passanti e viaggiatori, cui in cambio chiediamo di lasciarsi coinvolgere dalle nostre attività". Ecco allora che si aprono le porte agli artisti di strada, numerosi nelle estati otrentine, che ripagano parte del soggiorno con le loro performance: "Vogliamo stimolare forme di baratto, di scambio reale, al di là del denaro". A camminatori e ciclisti, invece, si fa sempre uno sconto "per sostenere e promuovere le buone pratiche di turismo lento" .

 

Oltre all'ospitalità, le attività proposte da Stazione a Sud Est si fermano solo nei mesi invernali: nel resto dell'anno passeggiate, workshop, laboratori didattici ed eventi diffusi riempiono il calendario. Al centro del progetto c'è il camminare lento ed esplorativo a piedi, in barca, in bicicletta e in treno: si propongono viaggi di più giorni in tutto il Salento oppure escursioni giornaliere tra paesaggi, mare, entroterra, storia, arte, archeologia, architettura ed enogastronomia. All'occhio del viaggiatore-turista si rivela così un lato nascosto della regione, che parla di sé tramite il profumo delle erbe aromatiche, la maestà degli ulivi secolari o la degustazione di antiche ricette preparate da anziane massaie.

 

Gli altri progetti

Mobilità, sostenibilità ed ecologia si fondono poi nell'iniziativa “Bike Station Net”: “Spinti dalla passione per le due ruote, vogliamo realizzare una rete di mobilità sostenibile dal basso. Insieme ad un gruppo di associazioni del territorio, stiamo progettando un bike sharing tra Lecce, Otranto, Galatina, Gagliano del Capo, Torre Lapillo, Melendugno e Galugnano che metterà in circolazione bici messe a disposizione dai cittadini stessi e vecchie biciclette recuperate e riparate dalle cicloficcine di quartiere” spiega Katia.  Obiettivo comune è la messa in rete dei seguenti servizi: laboratorio di ripristino bici, noleggio, manutenzione, cicloescursioni, educazione alla mobilità sostenibile.

 

Se è vero che “le grandi cose capitano a chi le sa raccontare” (Ira Glass), assume un grande valore lo sforzo editoriale compiuto da Stazione a Sud Est: il periodico "Su rotaie" punta i riflettori su quelle realtà che quotidianamente sperimentano e diffondono buone pratiche di sostenibilità sociale, culturale ed economica. È distribuito gratuitamente nelle stazioni delle Ferrovie del Sud Est, per facilitare la circolazione delle informazioni e la creazione delle relazioni tra attori del cambiamento.

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