Voucher del mio cuor

POPWEEK, l'economia di una settimana
20 Marzo 2017 - 16:48

Tanto tuonò che piovve, si potrebbe dire. Sui voucher la maggioranza ha deciso per un'inversione a U. E anticipando il referendum abrogativo promosso dalla Cgil che si sarebbe dovuto svolgere il 28 maggio, venerdì il Consiglio dei Ministri ha abrogato per decreto i buoni lavoro. D'ora in avanti, né le famiglie né le imprese potranno utilizzarli per compensare lavori saltuari, come baby-sitting o pulizie domestiche, oppure picchi di lavoro imprevisti. La nuova norma prevede la possibilità di utilizzarli fino alla fine di quest'anno e lascia aperti una serie di quesiti.

 

Il primo riguarda la necessità di trovare comunque una soluzione per permettere di pagare i compensi per piccoli lavori in modo legale, evitando di far rientrare nel nero anche quella parte, per quanto piccola, che era emersa attraverso l'uso dei buoni. Secondo il Corriere, le ipotesi in campo potrebbero essere due: i mini-jobs, sul modello tedesco, destinati alle imprese, che consistono in contratti nei quali il lavoratore, indipendentemente dall'età,  ha una quota di contributi uguale a quella di un contratto standard ma ha un limite massimo di giornate lavorative. Se questo è superato, allora scatta l'obbligo di assunzione con un contratto regolare.

 

Per le famiglie, invece, la soluzione potrebbe ispirarsi a quanto già accade in Francia: lì, per pagare colf e badanti, si utilizza una piattaforma online attraverso cui si versa il compenso ai lavoratori. Al tempo stesso, chi richiede la prestazione ha maggiori garanzie sull'affidabilità dei soggetti a cui si rivolge perché anche questi ultimi devono iscriversi alla piattaforma.

 

Il secondo aspetto è quello politico: il dietrofront del Governo, motivato senza troppi giri di parole dallo stesso premier Paolo Gentiloni con la necessità di “evitare all'Italia una nuova campagna elettorale nei prossimi mesi”, lascia un certo amaro in bocca. Come scrive Avvenire, l'esecutivo – per paura di una nuova sconfitta referendaria – ha rinunciato a gestire un problema, quello dell'abuso dei voucher, da un lato, e la necessità di regolamentare la retribuzione del lavoro occasionale, dall'altro. E così facendo, argomenta il giornale, ha rinunciato al riformismo.

 

 

Bonus track

§ Le assicurazioni – e intendiamo giganti come Axa o Generali – sono sempre più interessate alle insurtech, un neologismo inglese che si riferisce a tecnologie e algoritmi in grado di misurare un fenomeno e segnalare un potenziale rischio o un incidente. Per capirci, Axa, attraverso il proprio fondo di venture capital, sta finanziando Floome, un'app etilometro lanciata a Padova nel 2013 che permette agli utenti di controllare il proprio tasso alcolico prima di mettersi alla guida e, se a rischio, di chiamare un amico, un taxi oppure trovare un locale in zona dove mangiare qualcosa e “smaltire”. Nello stesso campo rientrano anche le app di telemetria che permettono di misurare prestazioni fisiche – ad esempio mentre si pratica sport - ma anche di aumentare la sicurezza dell'utente, segnalando attraverso una scatola nera (sempre contenuta nello smartphone) se si verifica un incidente mentre si va in moto o si pratica sci alpino. Insomma, più dati, più sicurezza, meno costi. 

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