Lo stato dell'economia
Martedì il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha reso note le Considerazioni finali, per la prima volta presentate dopo l'assemblea generale dell'Istituto di via Nazionale, il 28 aprile, e ha delineato per l'Italia un panorama lenta crescita che ha bisogno di stimoli maggiori. Servono quindi più riforme, più investimenti pubblici e un intervento che alleggerisca il costo del lavoro e sostenga i redditi più poveri, ha sostenuto Visco. E ancora, ha detto, bisogna affrontare il problema della disoccupazione e quello dei crediti deteriorati. Quest'ultimo non deve essere sovrastimato, ha aggiunto il capo di Bankitalia, ma di certo le banche devono rivedere la propria organizzazione.
Visco ha anche criticato la rigidità delle norme europee sul bail-in, riporta poi IlSole24Ore, che hanno impedito la formazione di una bad bank italiana. Secondo Il Fatto Quotidiano, però, l'analisi di Visco manca di autocritica, in particolare riguardo al fallimento della quattro banche, e, più in generale, si sofferma su osservazioni note e condivisibili.
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Di certo c'è, come dimostrano i dati usciti proprio martedì, che il tasso di disoccupazione ad aprile è salito all'11,7%, ma in contemporanea è anche sceso il numero degli inattivi: un dato che indica che, per lo meno, la speranza di poter trovare un lavoro sta spingendo le persone a darsi da fare. Oltre a 292mila inattivi in meno, nell'ultimo anno, scrive Repubblica, nell'ultimo anno gli occupati sono cresciuti di 215mila unità.
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E che dire dei rapporti tra banche e clienti? Secondo un'inchiesta della Stampa, tra il 2012 e il 2015, le cause riguardanti contratti bancari sono raddoppiate, salendo a 37.197 casi, principalmente legati all'applicazione di tassi usurari. Intanto la vicenda di Veneto Banca è giunta allo showdown: entra in gioco il fondo Atlante, per gli azionisti in mano c'è solo carta straccia (anche se qualcuno ha venduto in tempo).
Oltre lo specchio
Domenica in Svizzera si vota per il referendum costituzionale sul reddito di base incondizionato, conosciuto anche come “reddito di cittadinanza”: gli elettori elvetici – racconta il Corriere – saranno chiamati a votare si o no alla proposta di istituire un assegno di circa 2.500 euro al mese per tutti i cittadini per garantire a ognuno un reddito sopra la soglia di povertà. Il governo è contrario, anche perché il costo sarebbe pari a 208 miliardi di franchi svizzeri, cioè un terzo del Pil del Paese. I sostenitori, all'opposto, ritengono che questa soluzione cancellerebbe la povertà e la dipendenza dall'assistenza sociale, favorendo l'auto-imprenditorialità, il volontariato, la formazione o anche permettendo una migliore assistenza a familiari anziani o malati. In altre parole, i costi sociali finirebbero per ridursi concentrandosi quasi esclusivamente sulle erogazioni sotto forma di reddito di cittadinanza. (FOTO: Il più grande manifesto del mondo per il reddito minimo, Ginevra, 16 maggio 2016, di Julien Gregorio (CC BY 2.0))
Anche da noi comunque se ne parla: cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, che per bocca del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha affermato proprio nei giorni scorsi che il reddito di cittadinanza per “metterci in sicurezza dalle tensioni sociali”, specie quelle prodotto dai flussi migratori, sta cominciando a essere sperimentato, sebbene in forme più simili al sostegno al reddito, in alcune regioni, come Umbria e Molise.
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Da inizio anno sono 30 i nuovi fondi socialmente responsabili lanciati in Europa. Tra questi, dieci sono disponibili anche per gli investitori italiani. In alcuni casi, come quello del fondo Investimenti sostenibili di Banca Sella, oltre a escludere dal paniere produttori di armamenti o altri attori che operano in campi poco etici, il fondo stesso è stato parzialmente trasformato in base all'approccio dell'impact investing, cioè l'inclusione di bond legati ad attività a impatto sociale.
Bonus track
§ È stata una settimana intensa anche per Soundreef, il sistema di gestione dei diritti d'autore in ambito musicale alternativo alla Siae. Sabato scorso il cantante Gigi D'Alessio aveva infatti annunciato la decisione di lasciare la Siae per passare al sistema inventato da Davide D'Atri, seguendo il collega rapper Fedez, che lo aveva già fatto a fine aprile. E mercoledì, invece, il Club degli investitori, il principale network tricolore di business angel, ha deciso di finanziare la piattaforma con 420mila euro.
§ Il lavoro ai tempi della “gig economy”, l'economia dei “lavoretti”: la rubrica in podcast Benchmark di Bloomberg racconta la storia di Danny Margulies, un copywriter che dopo aver perso il lavoro nel 2012 è diventato freelance arrivando a guadagnare 250 dollari l'ora. Ma, riflettono diversi economisti, il mercato del lavoro sembra evolvere sempre più verso una precarietà sempre più marcata per i lavoratori con redditi medio-bassi.
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