Povera Italia

POPWEEK, l'economia di una settimana
21 Aprile 2017 - 11:27
Poverty, foto di Matteo Angelino (CC BY-NC 2.0)

Nei giorni scorsi si è parlato molto del Reddito di inclusione sociale (Rei), una misura inserita al Def e di una legge delega al Governo che dovrà definire i dettagli della misura, in particolare il fatto che chi lo riceve dovrà rispettare l'impegno di seguire un percorso formativo e di inserimento nel mondo del lavoro.

I beneficiari della misura, nella prima fase, saranno circa 1,5 milioni di persone che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta. Al lato pratico, solo una parte di quei 4,5 milioni di cittadini italiani che nel 2015, secondo i dati del rapporto “Noi Italia” dell'Istat, vivevano in questa condizione.

 

A parte le domande, come sottolinea il Corriere, sul finanziamento della misura, è interessante chiedersi che cosa intendiamo oggi quando parliamo di povertà. Come spiega il sito britannico Full Fact, secondo i parametri statistici, si parla di povertà relativa quando una famiglia ha un reddito inferiore del 60% rispetto alla mediana del reddito delle famiglie a livello nazionale e non può di conseguenza permettersi di svolgere attività o di accedere a opportunità che la maggior parte delle persone svolge, per esempio una cena fuori o una breve vacanza. La povertà assoluta, invece, si ha quando una famiglia ha difficoltà ad avere un reddito sufficiente per far fronte ai propri bisogni quotidiani, come nutrirsi, vestirsi e avere un'abitazione.

Ovviamente sono misure che non raccontano in modo del tutto soddisfacente la realtà: in primo luogo perché si basano sul reddito, ma se si hanno dei risparmi una diminuzione temporanea delle entrate non comporta automaticamente un abbassamento del tenore di vita. Inoltre, le statistiche sulla povertà assoluta non sono in grado di dirci se la situazione di queste persone sta peggiorando ulteriormente.

 

Tornando all'Italia, sicuramente alcuni dati indicano come le misure di contrasto alla povertà siano sempre più necessarie: come riporta la Stampa, nel 2016 erano in tutto 7,6 milioni le persone in situazioni di difficoltà economica, l'11,9% della popolazione. Impossibilitati a sostenere una spesa imprevista di 800 euro, l'acquisto di un'auto nuova, un pasto proteico ogni due giorni o in arretrato con la rata del mutuo.

Secondo un rapporto pubblicato da Save the children, inoltre, negli ultimi dieci anni è triplicato in numero di minori in povertà assoluta. E la prima conseguenza di questa situazione sono le privazioni educative – per esempio, l'impossibilità di visitare un museo o andare a vedere uno spettacolo teatrale - e l'abbandono scolastico che oggi riguarda il 15% dei giovani tra i 18 e i 24 anni. Nel tempo, questo rischia di innescare un circolo vizioso che potrebbe fare di questi ragazzi degli adulti “prigionieri” della povertà.

 

 

Bonus track

§ L'Algeria – non senza qualche dubbio – guarda alla finanzia islamica come possibile soluzione alla diffidenza dei risparmiatori locali verso le banche.

 

Poverty, foto di Matteo Angelino (CC BY-NC 2.0)

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