Mario Draghi tiene botta, l'Europa si divide

POPWEEK, l'economia di una settimana
10 Settembre 2016 - 11:00

Lo stato dell'economia

 

La barra di Mario Draghi resta dov'è. Il board della Bce di giovedì ha deciso: tassi invariati, nessuna nuova misura di acquisto di titoli al momento, anche se Francoforte è pronta a intervenire. Ma soprattutto SuperMario ha confermaro il suo ruolo di "grande mediatore": ha chiesto agli stati latini di fare le riforme, ma pure ha suggerito alla Germania politiche più coraggiose per la crescita. Ha bacchettato le banche chiedendo ai banchieri di non cercare alibi nei tassi negativi, ma ha anche ricordato che il credito in Europa cresce, costantemente, dal 2014. La Stampa e il Foglio la raccontano così, la conferenza stampa di giovedì.

Il fronte economico (con quello dei migranti) crea tensioni laceranti nel Vecchio Continente. Tra Nord e Sud, oltre che tra Est e Ovest. Angela Mauro su l'Huffington Post nota che il vertice EuroMed, convocato da Tsipras ad Atene e a cui hanno aderito Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Cipro e Malta, dopo aver chiesto "meno austerity" ha ricevuto, di fatto, una dura risposta da Bratislava, dove i ministri dell'Eurozona hanno invitato la Grecia a "fare le riforme". L'asse Francia-Germania potrebbe non reggere più come cerniera europea. E le elezioni tedesche e francesi si avvicinano...

E i falchi della Cdu, dopo le elezioni del Meclemburgo che hanno visto il trionfo della destra di Afd, sono tornati alla carica. Schauble punta il dito verso sud, con una certa veeemenza. Lo racconta, sempre per Stampa, Alessandro Alviani da Berlino.

 

 

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Incisività, sostenibilità e innovazione sono state le parole d'ordine del G20 che tra domenica e lunedì si è svolto ad Hangzou, in Cina, ma – a parte la ratifica dell'accordo sul clima di Parigi da parte degli Usa e dei padroni di casa, avvenuta alla vigilia del vertice – non si può non convenire sul fatto che i documenti finali suonino più come generica promessa che nessuno, però, sa bene come mantenere.

 

Tra i problemi in ballo, per esempio, c'è il protezionismo che Paesi come Cina e India vorrebbero veder scomparire per poter beneficiare sempre più dei proventi dell'export dei propri prodotti, salvo il fatto che le aziende europee hanno invece denunciato duramente la sovraproduzione di acciaio da parte di Pechino e i dazi imposti per favorire i produttori nazionali.

Nelle stesse ore, il Giappone, invece, non l'ha mandata a dire alla Gran Bretagna, chiedendo chiarezza sul processo della Brexit o, in caso contrario, minacciando di spostare gli investimenti fatte da aziende del Sol Levante nell'Europa continentale.

 

 

Oltre lo specchio

Mercoledì è stato il Tax Justice Blogging Day, una giornata internazionale organizzata da Ong di 16 Paesi europei e supportata anche da gruppi di attivisti di Paesi africani e dell'America Latina, dedicata alla diffusione di articoli, analisi e riflessioni sul tema della giustizia fiscale. Un tema molto caldo se pensiamo a recenti casi di celebri elusioni fiscali, come quella di Apple, o al fatto che metà della ricchezza del pianeta corrisponde a quella dei 62 miliardari più ricchi del mondo.

 

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Gran dibattito, in Francia, sul libro in uscita di due economisti, Pierre Cahuc e André Zylberberg, intitolato "Le negationnisme economique": in sostanza i due autori, esperti di mercato del lavoro, sostengono la tesi che l'economia sia ormai una scienza esatta e che il tentativo di negarlo sia il frutto di un eccesso di visibilità a pseudo-esperti. Ma la maggior parte dei loro colleghi non sono d'accordo, come emerge dalle voci raccolte da Les Echos.

 

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I cimiteri sono “luoghi sensibili”, come le scuole, quindi niente slot machine. Così come nei pressi di luoghi di culto oppure di campi da golf e hockey. Peccato, però, racconta un articolo del Corriere della Sera, che bar e tabaccherie non siano tali, neppure nelle zone terremotate: L'Aquila, per esempio, ha il record nazionale per quanto riguarda la densità di “macchinette” per il gioco d'azzardo.

 

 

Bonus track

§ Siete anche voi tra coloro che sognano una settimana lavorativa da quattro giorni? Nonostante ricerche e studi sostengano che, da un lato, aumenti la produttività, secondo un professore dell'Università dell'Ohio, di pari passo, aumenta anche lo stress. L'Università di Oxford, comunque, consiglia invece di non cominciare a lavorare prima delle 10

 

§ Kenneth Rogoff, ex campione di scacchi, economista del Fondo Monetario Internazionale e professore all'università di Harvard, ha un'interessante teoria: se il taglio più alto per le banconote in circolazione negli Usa fosse di dieci invece che di cento dollari, gli affari per il crimine sarebbe più difficili. Quindi meno contante, afferma, meno crimine, a partire ovviamente anche dall'evasione fiscale. 

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