Lo stato dell'economia
Le istituzioni europee ormai non servono più. Mercoledì il discorso di Juncker sullo Stato dell'Unione aveva posto le premesse per un compromesso modesto, ma quantomeno interno alle istituzioni. Senza smentirlo, due giorni dopo, a Bratislava, l'Europa dei governi ha rifatto il lavoro da capo. Risultato: Renzi (e Orban) sul piede di guerra, compromesso al ribasso e mille incognite da superare.
“Il patto di stabilità non deve diventare un patto di flessibilità, ma un patto applicato con flessibilità intelligente”, aveva affermato il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, il 14 settembre, in occasione del discorso sullo Stato dell'Unione. Oltre a parlare dei problemi politici dell'Ue, in primo luogo Brexit e l'atteggiamento frammentato e contraddittorio tenuto dei Paesi membri riguardo all'accoglienza dei migranti, di fronte al Parlamento di Strasburgo Juncker aveva indicato, tra gli obiettivi, un piano di investimenti in Africa per 44 miliardi di euro, che potrebbe raddoppiare con la partecipazione di tutti gli Stati membri. In quest'ottica, è stato proposto anche di raddoppiare la capacità dell'Efsi (Fondo europeo per gli investimenti strategici) che potrebbe così passare a da 315 a 630 miliardi nel 2018, con l'obiettivo di sostenere la domanda interna e combattere la deflazione. Secondo il Corriere della Sera, è stato un discorso alla ricerca di un compromesso sempre più fragile tra Ppe e Socialisti e il tentativo di barcamenarsi tra le spinte centrifughe che scuotono l'Ue, compresa l'imposizione fiscale per le multinazionali.
Due giorni dopo, al vertice informale di Bratislava (che partiva da pessime premesse, come ha scritto Beda Romano) il compromesso lo hanno tessuto su basi del tutto diverse Angela Merkel e Francois Hollande, con l'obiettivo di disinnescare la resistenza anti immigrati dei paesi dell'Est. Il Financial Times racconta che Viktor Orban e Matteo Renzi, tuttavia, hanno "rotto i ranghi", ovviamente in direzioni diverse. In sostanza Renzi, irritato forse anche dalla conferenza stampa a due di Hollande e Merkel, ha deciso di non tacere e ha attaccato su migranti e austerity, racconta Fabio Martini. Per Repubblica, il premier italiano è arrabbiato con Merkel e la situazione ora è ingarbugliata.
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Tutto questo mentre le banche vivono in borsa una settimana da dimenticare. Pesa infatti tracollo di Deutsche Bank, colpita da una supermulta. In una bella analisi Paolo Bricco colloca la vicenda nello scontro che vede sempre più lontane Europa e Stati Uniti. Non è un caso, quindi che anche il caso Apple abbia una coda americana: I CEO statunitensi si uniscono in una inedita protesta anti tasse Ue, che lascia interdetti ma è pure un segnale pesante.
Per inciso, intanto, proprio venerdì il Sole ha pubblicato la classifica degli stipendi dei banchieri italiani. Ci credereste? Sono in crescita.
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In settimana, governo e sindacati si sono incontrati per discutere sull'anticipo pensionistico (Ape): martedì il punto di accordo era stato raggiunto stabilendo che dall'anno prossimo la misura potrà essere richiesta a partire dai 63 anni di età, con tre anni e sette mesi di anticipo rispetto al pensionamento di vecchiaia. La chiave della trattativa però sembra essere nella questione dei lavoratori precoci: in questo caso, infatti, l'anticipo costa di più e potrebbe risultare troppo oneroso per le casse dello Stato.
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Matrimonio di rilievo anche nel mondo dell'industria chimica: dopo mesi di trattative, la tedesca Bayer ha acquistato per 66 miliardi di dollari Monsanto, la multinazionale conosciuta (e discussa) per la propria attività nel campo degli Ogm. Secondo MarketWatch però questa fusione rischia di provocare un aumento a catena dei prezzi agricoli, a partire dalle sementi.
Oltre lo specchio
Il governo francese ha annunciato l'intenzione di emettere green bond pubblici: la Francia sarà così il primo Paese al mondo a emettere obbligazioni di questo tipo, entrando in un mercato che secondo l’agenzia di rating Moody’s arriverà entro la fine del 2016 oltre i 50 miliardi di dollari, mentre tra il 2013 e il 2015 si è registrato un incremento del 272% di questo tipo di emissioni.
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Un'inchiesta dell'Espresso racconta l'inferno del Cara di Borgo Mezzanone, vicino Foggia, dove sono richiusi almeno un migliaio di profughi – contro i 636 ufficialmente registrati – che vivono in condizioni di gravissimo degrado. Grazie a quattro buchi nella recinzione, poi, ci sono persino abusivi che trovano riparo tra le baracche del campo e caporali che portano avanti e indietro dai campi i migranti illegalmente impiegati nella raccolta dei pomodori. Per ognuno dei migranti registrati, le coop che gestiscono il Cara ricevono dallo Stato 22 euro al giorno, per un totale di oltre cinque milioni all'anno.
Bonus track
§ Criticare non serve a nulla, dite? A questo proposito è interessante leggere questo ritratto, fatto dal Guardian, Jim Yong Kim, l'attuale presidente della Banca Mondiale, conosciuto anche per le sue critiche all'attività di questa istituzione che ora sta provando a riformare. Non senza polemiche.
§ Harisal è un villaggio nello Stato indiano del Maharashtra, nell'India centro-occidentale, conosciuto come “il quartier generale della malnutrizione”. Ora grazie a un progetto di Microsoft, sta diventando il primo “smart village” del Paese.
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