Il contratto, il potere e un Nobel per due

POPWEEK, l'economia di una settimana
11 Ottobre 2016 - 16:01
Immagine di copertina: © Johan Jarnestad/The Royal Swedish Academy of Sciences

Lo stato dell'economia

Partiamo da un'appendice del lunedì, perché è una notizia importante. L'Accademia Reale Svedese ha assegnato il premio Nobel per le Scienze Economiche a Oliver Hart (britannico divenuto statunitense, insegna ad Harvard) e Bengt Holmström (finlandese, insegna al Mit), economisti che si sono occupati di contratti.  (Immagine di copertina: © Johan Jarnestad/The Royal Swedish Academy of Sciences)  

La cosa è di grande interesse. Un po' perché il contratto è il re dell'economia attuale, in cui invece - anche per ovvi limiti di sovranità - la legge fa fatica a rivestire il ruolo avuto in passato, come già notava Guido Rossi nel 2006. Un po' perché, come osserva l'Economist (qui trovate l'articolo tradotto da Internazionale), i contratti restano strumenti imperfetti, come dimostrano gli studi dei due premiati, mettendo in luce quanto resti condizionante, nelle dinamiche economiche, il nodo del potere. Sembra di sentire il vecchio Carlo Marx... (Immagine di copertina: © Johan Jarnestad/The Royal Swedish Academy of Sciences)  

La settimana è iniziata con il botto, dunque, ma quella appena conclusa? Con sollievo del governo italiano, giovedì c'è stata l'apertura da parte della Commissione europea riguardo alla richiesta di flessibilità nella legge di bilancio a causa delle spese extra dovute all'emergenza migranti e al terremoto. L'appoggio è arrivato per bocca del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, che ha dichiarato che “si tratta di flessibilità precise, limitate e chiaramente spiegate". In Italia, ha poi aggiunto, "c'è una minaccia populista ed è per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi affinché sia un partner forte all'interno dell'Ue". Lunedì 10 tuttavia Moscovici ha precisato che occorre che l'Italia sia seria e rispetti le regole e Padoan ha garantito che l'Italia non fa giochini: sabato arriva la manovra, a dicembre sapremo come finirà il tira e molla.

 

Da segnalare, tuttavia, che anche  Bankitalia ha sollevato dubbi sulle previsioni relative al Pil, contenute nella nota di aggiornamento del Def: “È un obiettivo ambizioso” è il commento riferito alla stima di una crescita pari all'1% nel 2017, invitando a redigere “con cura” la prossima legge di stabilità e a realizzare una spending review più efficace. La risposta del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan non ha tardato ad arrivare: “Il Pil programmatico non è una scommessa”, ha replicato. La discussione del Def in Parlamento è stata fissata per mercoledì prossimo.

 

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I dubbi sul futuro non mancano nemmeno a livello globale: oltre al rallentamento dell'Italia – la stima è dello 0,9% per il 2017 – anche l'economia mondiale dovrebbe frenare, fermandosi all'1,6% nel 2016, con un peggioramento dello 0,2% rispetto alle stime. Per contrastare questa tendenza, la direttrice del Fondo Monetario internazionale Christine Lagarde ha lanciato un appello alle nazioni con le economia più forti – come Germania, Canada e Corea del Sud – ad aumentare la spesa in investimenti e a impegnarsi per contrastare la tendenza di stampo populista che mette a rischio il multilateralismo e i legami globali in ambito economico.

 

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Si era poi sparsa la voce, successivamente smentita, che la Banca centrale europea stesse pensando di “tagliare” l'entità e la durata del quantitative easing. Secondo Il Sole 24 Ore, però, il tapering, cioè la manovra di uscita da un programma di espansione monetaria come il quantitative easing è una operazione ancora lontana, dato anche lo scenario economico quanto mai incerto, specie in Europa.

 

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A proposito di monete, è stato un brutto venerdì per la sterlina, che ha perso improvvisamente il 10% del proprio valore, toccando il tasso di cambio più basso degli ultimi 30 anni. Che cosa è successo? Le cause sembrano essere individuabili in alcune affermazioni fatte dal presidente francese Francois Hollande sui negoziati per la Brexit, che ha annunciato “saranno molto duri”, ma soprattutto sembra sia colpa di un errore nell'algoritmo di vendita che interpretando come “molto negativo” l'articolo avrebbe dato il via alla vendita, seguito da altri software. In attesa dell'uscita vera e propria, annunciata dal premier Theresa May per marzo 2017, potrebbero esserci ancora tempi duri di “estrema volatilità” per la moneta britannica.

D'altronde i partner europei sono stati spiazzati dal comportamento di Londra e anche una "morbida" nei confronti di Londra come Angela Merkel ha dovuto impugnare la bacchetta per spiegare che la libera circolazione delle merci è legata a quella delle persone. Questo perché al congresso del partito conservatore la premier inglese ha ribadito di voler portare avanti una politica severa sugli ingressi e il ministro degli Interni Amber Rudd ha proposto che le aziende facciano una lista dei loro dipendenti stranieri per poter tenere d'occhio chi “privilegia” gli stranieri a scapito dei lavoratori autoctoni. Peccato che l'associazione degli industriali britannici e la City abbiano detto senza mezzi termini che senza gli stranieri l'economia britannica rischia di andare in tilt. Secondo il Guardian, persino la London School of Economics è stata messa in difficoltà da questo indirizzo: ha dovuto informare i "propri" studiosi stranieri che il governo britannico cesserà di utilizzarli come consulenti nelle analisi sulle conseguenze della Brexit.

 

Oltre lo specchio

In tempi di migrazioni – come evidenzia questa vignetta pubblicata dal Sole24Ore – il problema non sono, eventualmente, solo quelli in arrivo: secondo il rapporto della Fondazione Migrantes, su un totale di 107mila italiani (+3,7% rispetto all'anno precedente) che sono espatriati all'estero nel 2015, il 36% è under 34.

 

Fuggono i giovani, insomma (e non è una novità), fuggono i pensionati, fuggono gli scienziati: è di pochi giorni fa, infatti, la notizia dell'addio al Parlamento e all'Italia di Ilaria Capua, la virologa accusata – anche da una parte dei sui colleghi politici - e poi prosciolta per traffico di virus. Parlamentare eletta con Scelta civica, si è dimessa per andare a dirigere un centro di eccellenza del suo settore in Florida. “Una dimostrazione di sciatteria del nostro Parlamento”, ha commentato il Corriere della Sera, riferendosi al fatto che nessuno ha chiesto scusa per le accuse infamanti lanciate contro Capua.

 

 

Bonus track

§ Negli Usa sta nascendo un movimento di “casalinghe forzate”, in grandissima maggioranza indiane, che a causa di un visto – noto con la sigla H4 – possono entrare nel Paese, raggiungendo i mariti che lavorano lì, ma non possono a loro volta lavorare o avviare un'attività in proprio. Per le più fortunate, non resta che l'iscrizione all'università o a qualche corso di specializzazione, ma il problema è che donne – spesso già con un'educazione di alto livello ed esperienze lavorative alle spalle – si ritrovano costrette a sprecare le proprie competenze. Per non dire del fatto che in questo modo anche i nuclei familiari diventano monoreddito.

 

 

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