Il poker di Draghi

Le scelte della Bce: azzardi imperfetti, ma meglio dei governi
22 Ottobre 2013 - 15:00
Un bluff per salvare l'Europa

Pronto Orietta?

Pronto, sì, ciao.

Son qua perché si era detto che si parlava di Europa, e di Draghi...

Va bene, ma prima una premessa. Che serve per capirci. Parliamo un attimo di queste vacche magre?

Dici quelle del titolo del blog? Sono il simbolo della crisi, no? Una crisi che continua, nonostante le borse oscillino tra il “toro”, animale simbolo della crescita degli acquisti, e qualche “orso”, animale simbolo delle vendite...

Appunto, continua. Allora bisogna che ci capiamo. Diciamo che tra crisi e austerity le vacche magre – cioè le imprese, i lavoratori, i cittadini, noi insomma – sono davvero sfinite, deboli. Ma sono anche consapevoli che se non continuano a fare la loro parte rischiano di brutto: è evidente che i record della borsa hanno scarse ricadute positive sull'economia reale. 

E cosa c'entrano le banche centrali, con questo?

C'entrano perché in teoria il loro obiettivo è anche aiutare le vacche di dare latte all'economia di ogni paese, in particolare in America e in Europa. Però non bastano Fed, Bce o Bank of Japan: serve che anche le banche, le imprese, i cittadini facciano la loro parte. Sennò la baracca finisce davvero male.

Peggio di come va adesso?

Sì. Siamo in condizioni limite. Al punto che se non si attivano tutti i livelli non si riparte...

Tutti sotto a lavorare, dunque. Però c'è sempre il dubbio che qualcuno, nei livelli superiori, tiri a fregare le povere vacche...

È un dubbio legittimo, ma ora provo a dirti perché, a mio avviso, della Bce e di Draghi non dobbiamo dire tanto male...

Dici?

Prima di tutto chiariamo che la banca centrale non nasce con Adamo ed Eva, ma a un certo punto della storia contemporanea. E così la banca centrale, in generale, fa due mestieri: da un lato è la banca delle banche, che si comportano con lei come noi ci comportiamo con le nostre banche; dall'altra fa politica monetaria: tassi di interesse, quantità di moneta secondo un obiettivo...

Quale obiettivo?

Dipende. La nostra banca centrale, che dal 1999 è la Bce, anzi il Sistema bancario europeo al cui vertice è la Bce, ha come obiettivo la stabilità dei prezzi: inflazione massimo al due per cento.

Questo lo so. Sono i tedeschi che quando si è fatto l'euro l'hanno voluta così perché sono terrorizzati dall'inflazione. Dopo la loro "grande inflazione" degli anni Venti, durante la repubblica di Weimar, si può anche capirli: in fondo alla lunga quella vicenda ha portato al nazismo. Ma ora sono davvero troppo rigidi!

Sì, forse è anche vero questo. Ma non hanno deciso i tedeschi: quando è stata fatta la Bce tutti erano d'accordo. Quindi su questa cosa che c'è nello statuto della Bce siamo corresponsabili. E poi è importante una sottolineatura...

Cioè?

Cioè che la stabilità dei prezzi come obiettivo non vuol dire che uno se ne frega di occupazione e crescita. Certo, nello statuto della Fed, la banca centrale americana, disoccupazione e crescita sono ben evidenti come obiettivo. Ma alla base dell'idea di tenere bassa l'inflazione c'è un principio corretto: noi europei, in pratica, diciamo che per garantire occupazione e crescita è importante mantenere stabile nel tempo potere di acquisto dei salari.

Quindi una ragione c'è!

Certo che che c'é. Se l'inflazione schizza verso l'alto e i salari non si adeguano tu compri meno...

E Draghi che ha fatto, in questi anni?

Beh, le armi della Bce sono diverse da quelle della Fed. La Bce non può essere "compratore di ultima istanza", come la Fed, perché l'Unione europea non è sistema federale, come gli Stati Uniti. In questo quadro di limiti e di obiettivi definiti, secondo me complessivamente Draghi ha fatto un buon lavoro. Perché ha fatto scelte coraggiose, forzando un po' gli schemi. Diciamo che, visti i limiti, si è fatto venire delle idee, un po' all'italiana. Alcune sono anche dei bluff, ma funzionano.

Come dei bluff?

Come a poker. Lo vediamo tra poco. Intanto diciamo che il suo obiettivo è stato placare le fasi acute della crisi che avrebbero potuto vanificare le azioni di risanamento dei singoli governi. Insomma, ha cercato di tenere il mare del mondo finanziario tranquillo perché gli altri, cioè i governi, potessero lavorare...

Buoni quelli. Non è che abbiamo fatto molto...

Può darsi, in alcuni casi. Ma non è colpa di Draghi o della Bce. L'azione della Bce ha come obiettivo creare le condizioni perché poi siano gli Stati a creare i benefici. E su questo ha fatto almeno tre cose.

Quali?

Innanzitutto ha portato i tassi di interesse, cioè il costo del denaro a prestito, a livelli mai così bassi: oggi il tasso è allo 0,50%. L'obiettivo era far tornare il denaro nel sistema.

Però non è avvenuto...

Qualcosa è successo, ma è vero che il credito resta bloccato, ridotto. La seconda azione di Draghi ha riguardato i depositi delle banche presso la Bce: nel maggio 2012 erano ai massimi e le banche avevano sui loro conti 850 miliardi, il massimo storico, in gran parte depositati nei conti remunerati (detti overnight deposit facility) e sui normali conti correnti, che invece non sono remunerati, tranne per la quota di riserva obbligatoria che le banche devono mettere da parte per ragioni di sicurezza. Nel luglio 2012 Draghi azzera il rendimento dei conti remunerati.

In pratica, se capisco bene, è come se a noi azzerassero il rendimento del conto di deposito...

Infatti. La reazione naturale è spostare tutto sul conto corrente, tanto è uguale, e intanto trovare altri impieghi più remunerativi. Le banche hanno fatto lo stesso: tutto sui conti correnti. Inizialmente non li spostano sul mercato, poi però sì. A maggio 2013 nella pancia della Bce restavano solo 380 miliardi di euro, a ottobre 2013 ci sono in tutto 325 miliardi.

Dove sono finiti gli altri?

Non lo sappiamo, di sicuro non sono più nella pancia della Bce. Resta il problema che non sono tornati nell'economia reale, perché, come dicevamo all'inizio, per far ripartire la baracca serve che si muovano tutti. Però la Bce non ha sbagliato la sua mossa.

E la storia del bluff?

Te la racconto. Tu sai che per salvare i debiti pubblici europei dalla tempesta finanziaria tra 2011 e 2012 Draghi ha lanciato gli Ltro.

Questo lo so. In gergo in Italia sono chiamati “litro”. Sono le Long Term Refinancing Operations, cioè i piani di di Rifinanziamento a lungo termine. Un modo per dare soldi alle banche e al sistema e garantire che la liquidità non si sarebbe fermata nonostante la speculazione scommettesse sul crac dei debiti europei più a rischio (Grecia, Italia, Spagna...) e quindi sul crac dell'euro.

Appunto. Nel dicembre 2011 e nel febbraio 2012, la Bce eroga una barca di soldi alle banche con tassi minimi, all'1%: esattamente 489,191 miliardi nel dicembre 2011 e 529,53 miliardi nel febbraio 2012. È stato il primo salvataggio, indiretto, dei Paesi periferici.

Una barca di soldi che però, anche questa volta, non sono finiti nell'economia reale: alle imprese, ai cittadini...

Le banche li hanno usati per comprare titoli di stato e la speculazione si è raffreddata. È stato il modo in cui Bce ha immesso denaro nel sistema, non potendo fare “tecnicamente” immissione diretta di denaro. Per farlo Draghi ha accettato, come garanzia in cambio dei soldi, anche roba pessima: collaterali rischiosissimi, quasi carta straccia. La Bce si è un po' trasformata in hedge fund, come del resto ha fatto anche la Fed.

Resta vero che questi soldi andranno restituiti. E se tutte le banche sono come il Monte dei Paschi di Siena andiamo malissimo...

Certo. E poi c'è un altro problema. Visto che i soldi sono stati usati per comprare titoli di Stato, se i debiti pubblici peggiorano il sistema rischia di crollare: se lo Stato non li può rendere alle banche, le banche non possono restituirli alla Bce. Va giù tutto. E quindi si arriva al famoso bazooka di Draghi del settembre 2012.

Anche questo me lo ricordo. Draghi il 26 luglio 2012 a Londra dice che “nell'ambito del suo mandato, la Bce è pronta a salvaguardare l'euro con ogni mezzo”. Poi aggiunge: “Credetemi, sarà sufficiente”. É questo il bluff?

Sì. Tra agosto e settembre del 2012 vengono annunciate le Omt, cioè le Outright Monetary Transactions o Transazioni monetarie definitive. Di fatto, la promessa di acquisto diretto da parte della Bce di titoli di Stato dei Paesi periferici in difficoltà macroeconomica. È un bluff pazzesco, ma funziona, grazie alla sua moral suasion. La speculazione, per andare a vedere il bluff, come si fa a poker, cioè per dimostrare che i soldi della Bce non basterebbero, deve rischiare. E allora la speculazione si ferma, e lo spread cala, finalmente. Il problema non è salvare gli stati, è creare il mare tranquillo per permettere di fare le riforme...

Di fatto il bluff per ora funziona...

Sì. Ma a patto che gli Stati facciano nel riforme e riducano la loro esposizione al rischio sul debito.

Questo però rischia di giustificare l'austerity a tutti i costi. E poi resta il problema che le banche non hanno riaperto il credito...
A questo dovrebbe servire appunto la proposta dell'Unione bancaria. Imporre regole alle banche, metterle al sicuro perché non abbiano più alibi per continuare a bloccare il credito. La risposta Draghi è stata coraggiosa e innovativa. Con tanti limiti, che abbiamo visto. Ma se lo paragoniamo a quello che han fatto i governi è stato un genio...

I governi non hanno fatto quello che dovevano fare, dunque.

I governi sono deboli perché è debole la politica. E anche qui dobbiamo fare attenzione: siamo noi che mandiamo al governo certe persone.

E le banche? Non hanno colpe le banche?

Delle banche diciamo la prossima volta.

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